Pippo del Bono - Dopo la battaglia



“Perché quando chi muore è un Papa o un presidente o un cittadino celebre, un militare dai colori patriottici, un turista, i visi diventano seri, tristi, comprensivi, cristiani, buoni? Non vi è sangue, strazio, ingiustizia, disperazione in qualsiasi uomo che muore ucciso da un altro uomo? Queste cose non capisco. C’è una maschera di menzogna che avvolge i bei discorsi politici, religiosi, umanitari. Una maschera orribile. Spesso più orribile della morte stessa. Guerra è accettazione dell’uccidere. Accettazione dell’atto che uccide la nostra bellezza, la nostra memoria, la nostra carne. È soltanto in quella mano che uccide che dovrebbe stare il nostro disgusto. Sempre. In un corpo elettrizzato in una fredda cella bianca di un paese civile, in un uomo violentemente ucciso in un paese dal nome così dolce, in un altro mangiato da un tremendo virus che nessuno vuole - anche se può - fermare”.